Regione Lombardia

Teatro Italia

“Il primo documento che attesta l’esistenza di un’attività teatrale e filodrammatica a Bondanello, è una lettera inviata alla “Favilla”, giornale socialista mantovano diretto dal Alcibiade Moneta, dallo studente liceale Luigi Amaducci. Risale al 1886 e inizia così: “La Società filodrammatica di questa piccolissima frazione, mossa alle tante miserie che aggravano la nostra bella penisola, volenterosa ha deciso di dare settimanalmente alcune recite a scopo di pubblica beneficenza, aliena del tutto dal benché minimo interesse”: Questo è riportato in una delle pubblicazioni che narrano la storia del luogo.

Negli archivi non è stato sino ad ora rintracciato documento alcuno che suggerisca dove si tenevano a quel tempo gli spettacoli; è consentito ipotizzare che in mancanza di una struttura pubblica capace, le recite venissero ospitate in qualche dimora privata.

Anche l’arco di tempo che congiunge lo scorcio dell’Ottocento con gli esordi del Novecento rimane all’oscuro, sino all’ apparire di una struttura edificata come Casa del Fascio e inaugurata il 12 luglio 1923: in grado di ospitare anche spettacoli teatrali, a noi nota come Teatro Italia, è ancora esistente.

Tuttavia non si è attualmente in possesso di materiale dal quale desumere notizie sul progettista, nè altri dati attorno all’edificio, tranne che “ Il manufatto fu costruito con azioni sottoscritte dai cittadini di Bondanello, i quali le cedettero in seguito per 80/90 al fascio”

Occorre non tralasciare una vecchia ipotesi circolante attorno al nome di chi firmò il progetto, individuato in Gastone Zucchi, architetto, di Bondeno di Gonzaga.

L’edificio di cui trattiamo è collocato sull’asse di collegamento fra la piazza e la chiesa; formalmente fa chiaramente parte della produzione architettonica che ha caratterizzato tanto edificato della provincia italiana durante i decenni tra la fine dell’Eccletismo ottocentesco e le prime insorgenze moderniste, con il persistere di qualche residuo di spunti  Liberty.

Il costrutto sembra proporsi fra i risultati di una sorta di trascinamento stilistico; appartiene ad una serie di realizzazioni edilizie caratterizzate dall’ambiguità dell’elaborazione progettuale cui dava respiro l’accostamento vivace di materiali tradizionali e più nuovi, dal mattone al cemento armato;  i vezzi puristi di certa critica hanno favorito la scarsa considerazione rivolta, in seguito, per decenni, ai manufatti similmente caratterizzati.